Rifletti bene: Storielle Zen del Sabato

Rifletti bene.

Un giorno un Maestro disse al suo discepolo:

“Cerca di rispondere a queste domande”:

1 – Nomina le 5 persone più ricche del mondo.
2 – Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo.
3 – Nomina 10 vincitori del premio Nobel.
4 – Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore/attrice.

Come va? Male? Non preoccuparti. Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri.

Gli applausi se ne vanno! E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano!

Rifletti bene 450

Adesso rispondi a queste altre:

1 – Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione.
2 – Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili.
3 – Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale.
4 – Nomina 5 persone con le quali passi il tuo tempo.

Come va? Meglio?

Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi…
Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te.

Rifletti bene ancora un momento. La vita è molto corta! Tu, in che lista sei? Non lo sai?… Permettimi di darti un aiuto: Non sei tra i famosi, però sei tra quelli che ricordo per mandargli questo messaggio!!

Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri.

Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere. Mentre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere.

Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro…tutti quanti.

Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire:”Adesso stai meglio?” Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo.

Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti.

Giuseppe Bufalo - Luce

Considerazioni personali:

Persone che erano presenti raccontano ancora quella storia ricca di insegnamenti.

Perché?

Perché dentro di noi sappiamo che la cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi.

La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri vincere… insieme a noi, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa.

La gioia che procura interiormente un aiuto dato incondizionatamente, non ha uguali e non può essere paragonato a nulla.

Purtroppo, oggi,  a molti  bambini viene insegnata ed inculcata la competizione.

I bambini iniziano a competere con gli altri per essere i migliori della classe, per essere i più furbi, per essere i più forti, alterando la loro natura.

Se un bambino viene superato da un altro, anche solo con la bici  sul marciapiedi, subito scatta la competizione.

Tutto questo viene trasmesso dai genitori, dai famigliari, dalla società, dalla scuola e perfino dalla religione che in molti casi pretende di essere la migliore se non l’unica.

Inevitabilmente, questi atteggiamenti, costituiscono gran parte della società di oggi, non certo tra le migliori.

Poi si cresce. Alcune volte ci si risveglia. E si scopre che i valori sui quali abbiamo basato la nostra vita non contano nulla.

In quel momento inizia il nostro lavoro, la nostra crescita, la nostra evoluzione. Iniziamo a far tabula rasa delle cose inutili e senza senso. Come la competizione, appunto.

Ma c’è  sempre chi non vuole svegliarsi e sta bene nei suoi vecchi valori. Benissimo, il libero arbitrio ci consente di continuare a dormire. La semina è sempre libera. Ma il raccolto sarà obbligatorio,  aggiungo io.

Un abbraccio di Luce e buon fine settimana per tutti

Giuseppe Bufalo

Di grazia, chi odia se stesso come potrà amare qualcuno? Chi è interiormente combattuto, potrà forse andare d’accordo con altri? Potrà, chi è sgradito e molesto a se stesso, riuscire gradevole a un altro? Nessuno, credo, lo affermerebbe, se non fosse un pazzo più pazzo della Follia stessa.(E. da Rotterdam)

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