La formica: storielle zen del sabato

LA FORMICA N. 49.783.511

C’era una volta un formicaio ai piedi di un vecchio abete.

Milioni di formiche nere corrono senza sosta, perfettamente organizzate.

Sezione trasporto: aghi e foglie; sezione ricerca: semi, insetti, larve; sezione allevamento e cura piccoli; comitato difesa dagli assalti…

Un giorno la formica n. 49.783.511 si fermò. Ansimando s’appoggiò al lungo ago che stava trascinando e alzò lo sguardo. Si sentiva svenire… abituata a scansare i fili d’erba, i sassolini, i bruchi, ora i suoi occhi si smarrivano nell’azzurro immenso del cielo, il cuore le scoppiava d’emozione guardando il grande tronco, i rami ordinati, il verde brillante.

Formica_640

“N. 49.783.511 – gridò il capo settore – gli altri sgobbano e tu poltrisci! T’assegno un quarto d’ora supplementare!”.

La sera la formica n. 49.783.511 fece il recupero di lavoro. Poi mentre tutte s’infilavano nelle tane, restò fuori e scoprì le stelle. Un incanto!

Tutta la notte ebbe gli occhi pieni di luce. Da allora i turni supplementari aumentavano, ma lei non si preoccupava. Diceva a tutti: “Alzate gli occhi. c’è qualcosa di grande sopra di noi, non possiamo portare solo larve e semi. Non avete mai guardato nemmeno l’abete!”.

La prendevano in giro: “Tu guardi e guardi, ma come riempiamo le riserve di cibo? Chi ripara la casa quando piove?”.

La formica n. 49.783.511 lavorava, s’impegnava, rendeva bello il suo formicaio. Ma brontolavano lo stesso: “Se guardare il cielo fosse utile, dovresti essere più brava di noi, invece sei anche tu come noi. Le stelle non servono a niente”

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Considerazioni personali:

Nella vita quotidiana accade la stessa cosa: colui che vede “OLTRE” e  percepisce ciò che gli altri non vedono è considerato un “pazzo”.

Vi voglio ora descrivere la figura del “Matto” dei tarocchi, che secondo il mio punto di vista è la più affascinante, completa e significativa di tutto il mazzo degli Arcani Maggiori. In essa sono contenuti molti aspetti della vita di coloro che si sono risvegliati. Poi vi invito a fare la comparazione con la formica della storiella. Vi suggerisco inoltre di applicare i suoi vari significati agli accadimenti della vita quotidiana.

Il Matto nei tarocchi rappresenta Colui che vede “cose” che altri non riescono a vedere. Ma quali sono queste “cose”? Sono tantissime e ci vorrebbe un intero volume per descriverle. Pertanto darò solo qualche accenno.

La prima “cosa” è riferita al vedere oltre le apparenze, lasciando il mondo delle forme per dirigersi nel Mondo delle Cause e dei Veri Significati, riuscendo così a comprendere (prendere con se) il messaggio e la lezione contenuta nei vari accadimenti della vita. Egli “vede” e percepisce i “segni” che l’Universo gli invia ogni giorno per guidarlo nel cammino della vita. Dice sempre le parole giuste nel momento giusto alle persone giuste. Quando pone una domanda è sempre quella giusta perché egli sa benissimo che solo ponendo la giusta domanda otterrà la giusta risposta. E poi ci sarebbero tante altre “cose” che ora sarebbe molto lungo descrivere.

 Il suo sguardo è perso perché indica il distacco dalla pura illusorietà. Egli da le spalle al mondo e, mentre la sua figura avanza con coraggio verso la conoscenza, suscita l’ilarità e lo scherno dei mediocri che non si pongono neppure la domanda se possa esserci qualcosa oltre le loro modeste conoscenze. Ma il “Matto” è indifferente alla derisione. Egli è l’Eterno Pellegrino che non è sopraffatto dalle passioni, indifferente alle lodi e al biasimo, distaccato dalle cose materiali. Solo in questo modo può affrontare il viaggio che lo porta a scoprire mete irraggiungibili per molti.

Il Matto non indossa “maschere” perché è sicuro delle proprie convinzioni. Va sempre controcorrente ed è anticonformista…ma non per moda come fanno alcuni, ma perché egli E’ così. Molte volte quando esprime i suoi concetti, le sue idee sono incomprensibili ai più.

Senza il Matto, però, tutto sarebbe meccanico, noioso e senza senso nella vita. Egli ci invita a rompere le regole che gli altri impongono e a fare ciò che ci fa sentire meglio anche se contrasta con il senso comune. In poche parole: “uscire fuori dal gregge”.

Iniziai il mio percorso verso gli inizi degli anni ’80 ( in realtà il mio viaggio è iniziato dopo 3 anni di vita, ma questa è un’altra storia) quando ancora quelli come me erano visti come “Matti” .

Ma per me essere considerato matto o diverso era un complimento, perché ciò mi staccava dalla massa e da tutti coloro che vivevano solo nel mondo delle forme e delle apparenze nella materia.

Il percorso era difficile per i “risvegliati” e forse lo è tuttora, ma molto meno rispetto a più di 30 anni orsono. Ma è un viaggio ricco di scoperte, di novità, di sorprese, di cambiamenti. Vi assicuro che vale la pena iniziarlo. (forse è per questo motivo che amo tanto viaggiare) E’ come se si aprisse un nuovo mondo d’avanti ai propri occhi, qualcosa che solo chi cambia completamente ottica, chi diventa un “matto” può comprendere e consapevolizzare.

Buon viaggio a tutti

abbraccio di luce 600

Un abbraccio di Luce buon fine settimana per tutti

Giuseppe Bufalo

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