Il rito tribale dell’agnello sacrificale

L’ agnello sacrificale è un dono agli dèi retaggio di una cultura arcaica in cui ancora si pensava che sacrificando qualcosa di importante a qualche dio si potessero ottenere benefici e benedizioni dal Cielo.

Era una usanza dei popoli dediti alla pastorizia e nella Bibbia se ne fa un gran parlare! D’altro canto ciò che era scritto nella Bibbia doveva essere compreso dagli uomini di ‘quel tempo’ e Agnello sacrificale_1 400quindi vi si riportavano usi e costumi di allora.

Noi, però, siamo moderni e civilizzati e sappiamo sicuramente cogliere il valore simbolico di quelle narrazioni. Siamo talmente civilizzati che continueremo ad uccidere, e non in termini simbolici, migliaia di agnellini che come unica colpa hanno quella di appartenere ad una razza destinata a simboleggiare, con i suoi cuccioli, il Figlio di Dio.

Anche quest’anno arriverà la Pasqua a festeggiare la resurrezione di Cristo, ‘…agnello di Dio, che toglie il peccato dal mondo^ (Giovanni 1:29), e, giusto perché Gesù si è sacrificato per il genere umano, noi continuiamo a sacrificare agnelli innocenti e assolutamente inermi.

Ma cosa significa Pasqua? ecco la definizione dell’Enciclopedia Treccani per i ragazzi:

La più importante festa ebraica e poi cristiana

Il termine Pasqua, dall’ebraico Pesah, significa «passaggio». Nel mondo ebraico la festa della Pasqua ricorda, infatti, mediante il sacrificio dell’agnello, il passaggio dell’angelo di Dio, che colpì i primogeniti degli Egiziani e consentì al popolo ebraico di fuggire dalla schiavitù dell’Egitto attraverso il Mar Rosso e di incamminarsi verso la terra promessa.

I cristiani hanno poi attribuito alla Pasqua un nuovo significato, identificando l’agnello con Cristo stesso, morto e risorto, e hanno perciò celebrato la resurrezione di Gesù, che ha liberato l’uomo dalla schiavitù del peccato e dalla paura della morte.”

Agnello sacrificale_2 400Quindi, ragionando, noi massacriamo migliaia di agnelli per ripetere con l’ agnello sacrificale,  il sacrificio che Gesù ha dovuto subire per liberarci dal peccato.

Ma visto che Gesù era anche definito ‘il buon Pastore’, per allegoria, uccidendo gli agnelli uccidiamo anche noi stessi e diventiamo cannibali mangiandone la carne.

Ma noi siamo civili e, siccome siamo progrediti molto, non dobbiamo neppure più fare la fatica di raccogliere la legna per costruire la pira su cui distendere la nostra vittima sacrificale e non ci macchiamo più del suo sangue perché la compriamo già fatta a pezzi direttamente al supermercato.

Insomma, non fatichiamo neppure un po’ e non abbiamo nemmeno il dramma antico di dover appunto “sacrificare” un capo di bestiame per noi molto importante perché uccidendo i piccoli il gregge non produce come dovrebbe.

Ognuno di noi consideri in se stesso se valga veramente la pena uccidere l’ agnello sacrificale, un esserino che non ha neppure avuto la possibilità di diventare adulto, per ingraziarsi la simpatia del Paradiso ricordando che i più grandi Santi non avrebbero mai ucciso una vita solo per far festa il giorno di Pasqua.

Agnello sacrificale_3 400

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3 Comments

on “Il rito tribale dell’agnello sacrificale
3 Comments on “Il rito tribale dell’agnello sacrificale
  1. Ditelo a gli ebrei.non rinunceranno mai alle loro tradizioni.!!e comunque sia non serve un industria di macellazione per festeggiare la Pasqua

    • … la risposta a questo commento è nell’articolo e non sta a noi giudicare l’operato degli altri. Ognuno ha il diritto-dovere di scegliere per se stesso ciò che ritiene più opportuno fare. Personalmente non mangio carne perché, un giorno di tanti anni fa, mi sono chiesta se sarei stata in grado di uccidere per mangiare ed ho scoperto che non avrei potuto farlo quindi smisi di mangiare carne… tutto qui, senza guerre ideologiche e senza polemiche.

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