Tra terra e cielo – Le fiabe dell’arcobaleno

Tra terra e cielo

Ai margini del bosco, in una radura ai piedi di alcune guglie che svettavano nel cielo, c’era una volta un tratto di terreno assai singolare. Si erano formati qua e là piccoli mucchi di terra, ogni Tra terra e cielo_prato con mucchietti di terragiorno sempre più numerosi: erano le case delle talpe.

Uscendo dalla sua tana, un giorno una talpa alzò lo sguardo e vide alcune rondini nel cielo. Una di loro si era abbassata per osservare quegli strani animali che vivevano sotto terra.  Gli sguardi della talpa e della rondine s’incontrarono e ne nacque una conversazione muta. Bastarono pochi movimenti per capire lo stato d’animo l’una dell’altra.

La talpa osservava con grande meraviglia e,  perché no?,  con un po’ di invidia quegli uccelli nel cielo, liberi di muoversi in ogni momento.  Dal canto suo, la rondine guardava la talpa con compassione, chiedendosi come mai il buon Dio non avesse regalato anche a lei due ali per volare, anziché costringerla ad una dura vita sotto terra.

La talpa si girò un po’ triste per tornare nel buio  della sua tana quando, all’improvviso, udì tre colpi di fucile riecheggiare nell’aria.  Terrorizzata, alzò lo sguardo e vide la sua amica rondine cadere su un mucchio di terra a lei vicino.  L’uccello sembrava ancora vivo, ma la talpa leggeva nei suoi occhi semichiusi una grande sofferenza;  il sangue usciva copioso dall’ala sinistra.

La talpa, vedendo un cacciatore avvicinarsi a grandi passi  per recuperare la sua preda, diede alcune zampate alla terra ammucchiata ai bordi della tana per coprire la rondine, nascondendola il più possibile.   Il cacciatore si guardò intorno e, non trovando la rondine che aveva abbattuto, se ne andò brontolando.

Temendo che arrivasse qualche malintenzionato, le talpe provarono a nascondere la rondine dentro la tana; ma più scendeva  fra la terra, più la rondine si lamentava. Da sempre abituata alla liberta, ella non sopportava di essere costretta in quel buio cunicolo dove si sentiva soffocare.

Allora fu portata all’aperto dove le talpe costruirono un nascondiglio con dei rami piantati per terra per darle la possibilità di guardare il cielo e dove la talpa amica si fermò per vigilare contro ogni pericolo.

Qualche tempo dopo, passarono alcuni bambini con una maestra. L’ultimo, proprio l’ultimo della fila, si girò e riuscì a scorgere l’uccello che la talpa stava proteggendo. Il ragazzo capì tutto al volo e, sorridendo, strizzò l’occhio alla talpa, come per dire “Stai tranquilla, ormai sono passati tutti”. Che sospiro di sollievo!

Tra terra e cielo_rondine 450La sera stessa, il bambino raccontò l’accaduto a papà che si meravigliò di fronte a quella incredibile coincidenza: il bambino aveva visto la rondine che egli stesso aveva colpito e invano cercato.  Intenerito dalla storia raccontata dal figlio che narrava dell’amicizia fra una talpa e una rondine, il cacciatore, assieme al bambino, si recò sul posto per prestare soccorso all’uccello che aveva colpito.

Trovata la talpa ancora vigilante accanto all’uccello ferito, il cacciatore si avvicinò e raccolse la rondine tranquillizzandola con un sorriso.  Quindi, rivolgendosi alla talpa, fece segno di non preoccuparsi: ci avrebbe pensato lui. Il bambino, sorridendo, strizzò ancora una volta l’occhio alla talpa per dirle  “Puoi fidarti”.

Il cacciatore portò la rondine dal veterinario che fu molto sorprese perché non riconosceva più quel cacciatore senza scrupoli:

“Prima spari alla rondine e poi mi chiedi di curarla – disse – Cosa ti è successo?  Ti ha dato di volta il cervello?”

“Fai  quello che ti ho detto e avrai la tua ricompensa” . Rispose il cacciatore.

Il veterinario riconsegnò la rondine guarita al cacciatore che la portò immediatamente nella radura delle talpe. Ci vollero alcuni giorni perché l’animale fosse in grado di riprendere il volo e, quando vi riuscì,  fu organizzata una grande festa: le talpe, felici, salutarono la rondine che ricambio con delle acrobatiche giravolte, prima di prendere definitivamente il volo verso i suoi simili.

Ma proprio in quel momento un sasso si staccò dalla roccia, rotolando minacciosamente verso la radura per fermarsi soltanto dopo aver colpito la talpa generosa. Passarono pochi minuti e – attenzione – ecco arrivare dal cielo le rondini in soccorso.   Gli uccelli raccolsero un’infinità di fili, steli, rami, erbe e foglie con cui costruirono un verde cuscinetto che usarono per trasportare la talpa ferita.  E fu in quel momento che successe qualcosa di veramente straordinario: quarantadue rondini riuscirono ad alzare il cuscinetto che con tanto ingegno avevano costruito.  Quella sfortunata talpa, ancora dolorante, mentre veniva trasportata verso la casa del cacciatore, ebbe la più grande gioia che un tale animale potesse immaginare: osservare il mondo dall’alto.

Meravigliato dall’amore che vedeva fra quegli animali, il cacciatore, commosso, portò dal veterinario anche la talpa:

“E adesso cosa mi porti? – Chiese il veterinario. – Una misera talpa?  Sì, sì … devo proprio Tra terra e cielo_talpa 450ammettere che ti ha dato di volta il cervello”.

“Fa quello che ti ho detto e avrai la tua ricompensa”. Disse il cacciatore.

Così anche la talpa guarì e venne riportata nella sua casetta.

Da quel giorno iniziò una grande amicizia fra le talpe e le rondini. Funzionava il sistema escogitato per trasportare le talpe verso l’altro: divenne un bellissimo gioco con cui le rondini portavano chiunque lo desiderasse a fare un giro nell’azzurro del cielo.

Le talpe non riuscivano però a capire coma mai alle rondini non piacessero le loro tante.

Ed infine ecco l’idea:  “Se le ingrandissimo un po’ e le facessimo più belle, forse gli uccelli sarebbero contenti di visitarle!” pensarono le talpe.

Si diedero allora un gran daffare per allargare le gallerie e renderle più confortevoli possibile.  E grande fu la loro sorpresa al vedere che tale lavoro era assai gradito alle rondini.  Nelle viscere della terra, esse poterono ammirare  delle cose che non avrebbero mai immaginato: radici, insetti, meravigliose sorgenti sotterranee, miniere d’oro, filoni d’argento e pietre preziose di ogni tipo. La vita sotto terra, dovettero ammetterlo, era proprio bella.

Di tale incredibile avvenimento furono testimoni soltanto il ragazzo e il cacciatore che, unici al mondo, ebbero la fortuna di vedere delle talpe volare e degli uccelli inabissarsi nelle profondità sotterranee.  Soltanto a loro fu concesso di constatare che in quella piccola parte di mondo cielo e terra si erano riuniti.

Pietro Acler

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