Spettacolo itinerante al Sacro Monte di Belmonte

Nei primi tre giorni di Luglio, per onorare la  ricorrenza del riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità UNESCO (3 luglio 2003), il Sacro Monte di Belmonte (TO), diventerà teatro di un’interpretazione artistica contemporanea del Sacro Monte, firmata dalla direzione artistica di Claudio Montagna.

Attori, pittori, acrobati, cantanti a solo e in coro, beatboxer, danzatrici, musicisti, narratori: 55 tra artisti e performers del territorio e altri professionisti offriranno la possibilità di vivere un’esperienza “immersiva” nell’unicità della forma narrativa e artistica dei Sacri Monti.

Come viandanti, tutti saranno invitati a camminare nel buio illuminato da rappresentazioni, arte, e racconti ispirati al significato del Sacro Monte, luogo di elevazione e riflessione, e percorso devozionale, insieme di metafore dell’esistenza umana.

«Per dire al resto del mondo “cos’è” Belmonte – spiega il regista Claudio Montagna – utilizzeremo la meraviglia e lo stupore suscitati da una performance itinerante di teatro, danza contemporanea, pittura, artigianato, scultura, canto, musica e arti circensi. Lassù, le emozioni di uno spettacolo sotto le stelle, o sotto le fronde, inviteranno a riconquistare lo spirito del Sacro Monte o, meglio, dei sacri monti: luoghi in cui si viaggia verso altre terre, lontane oppure così vicine da farsi terre dello spirito».

Direttore Artistico Claudio Montagna

Programma

SPETTACOLO ITINERANTE in sei parti, lungo il percorso devozionale del Sacro Monte di Belmonte

La partenza ogni 15 minuti circa, a partire dalle 20.30. Ultima alle 22.30. La durata di uno spettacolo è di circa 1h 30.

I. Partire per cercare. Vedere o guardare? Giudicare. Condannare. Cadere e rialzarsi. Cappella I  ”Gesù condannato a morte” – Cappella II  ”Gesù riceve la croce sulle spalle”. Con i Viandanti Attori Tiziana Conti e Franco Tomasi Cont; gli attori Chiara Bosco e Davide Simonetti di Teatro e Società; la pittrice Vilma Giaudrone “Magia” del Centro Culturale Artistico Carlin Bergoglio di Cuorgnè.

II. Fatica e stanchezza. Madri e figli. Calunniare. Nessuno ci aiuta. Qualcuno ci aiuta. Cappella III ”Prima caduta di Gesù sotto la croce”, IV ”Incontro con Maria” e V ”Il Cireneo”. Con le Viandanti Attrici Maria Grazia Gazzera, Simona Salvetti, Laura Tartaglino; Luca Scaglia del Teatro del Noi del Gruppo Abele; le danzatrici del Nuovo Teatro Studio Danza ASD di Caluso; coreografia Silvia d’Aries e una performance a cura della Pro Loco di Cuorgnè.

III. Il piccolo gesto che hai fatto per me lascerà una traccia indelebile (una leggenda per la Felce Reale). Cappella VI ” La Veronica”. Con l’attrice di Teatro e Società Elisabetta Baro e il beatboxer Matteo Zulian.

IV. La tentazione di fermarsi. Un pianto sterile. Cappella VII ” Seconda caduta” e VIII ” Le pie donne”. Con le Viandanti Attrici Giulia Galafassi e Ketty Guccione; gli acrobati Gloria Giraudo e Marcello Piras; gli attori del Teatro del Noi del Gruppo Abele Marco Beraud, Laura Covato, Patrizia Lucchini, Gisella Porro, Clemente Rebora e un’opera dello scultore Simone Benedetto.

V. Cadere nella solitudine delle comunicazioni apparenti. Cappella IX ” Terza caduta”, X ”Gesù spogliato e abbeverato di fiele” e XI ”Crocifissione”. Con i Viandanti Attori Fabio Caruso, Sergio Colantonio e Claudio Tonello; il falegname di Pertusio Stefano Lupano; gli studenti del Liceo artistico “Felice Faccio” di Castellamonte e due opere dello scultore Simone Benedetto.

VI. La vera meta del viaggio: viaggiare Cappella XII ” Morte in croce” e XIII ” Deposizione”. Con i Viandanti Attori Massimo Bodoira, Nicol Celeste, Noemi Celeste e Lia Marano; i musicisti Giovanni Ruffino e Nicoletta Fiorina; Interventi della Corale Parrocchiale di Salassa; le danzatrici della scuola “La Fenice Ballet” di Cuorgnè, coreografia Gabriella Deidda, accompagnate dalle musiciste Giulia e Ilaria Nigra; gli acrobati Diego Bertin, Luca Buccheri. I testi sono di Luca Scaglia in collaborazione con Claudio Montagna. (Parti di testi sono  sono a cura di Chiara Bosco e Davide Simonetti. Un brano è di Fabio Caruso).

Il Sacro Monte di Belmonte

Il Sacro Monte di Belmonte, è uno dei nove “Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia” iscritti nel 2003 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

Con il proprio Santuario e il percorso devozionale della Via Crucis, si erge isolato su un poggio a quota 727 metri, all’imbocco della Valle Orco nel Canavese e nel territorio del comune di Valperga (Città metropolitana di Torino).

La costruzione del complesso delle tredici cappelle del Sacro Monte, fu avviata nel 1712 dal francescano Padre Michelangelo da Montiglio, due secoli dopo la nascita del Sacro Monte come forma di “rappresentazione” sacra, con l’intento di riprodurre i luoghi della Passione di Cristo per i numerosi pellegrini che, a causa delle insicurezze del periodo storico, non avrebbero mai potuto visitare la Terra Santa.

Belmonte diventava teatro della Passione, con i momenti salienti della condanna a morte di Gesù, la Via Crucis, la Crocifissione, la morte e la deposizione raccontata con affreschi nelle cappelle. Verso la metà del XIX secolo, gli affreschi venivano sostituiti da statue a grandezza naturale, in ceramica di Castellamonte, tranne le cinque della IX cappella in gesso bianco.

Il percorso devozionale, immerso in un paesaggio naturale di grande bellezza, si snoda ad anello. Le tredici cappelle sono semplici, con pronao colonnato, in genere a pianta circolare o quadrilatera, tranne la XII che ha forma ottogonale, circondata da porticato. Le più antiche (1712) sono la prima (Gesù davanti a Pilato) e la sesta (la Veronica), mentre la più recente è la XIII, eretta nel 1825.

Il Santuario di Belmonte, sulla sommità del Sacro Monte, è di origine medievale e testimonia la storia di Belmonte come luogo sacro, riconducibile, tra storia e leggenda, ai primi decenni dell’anno mille con la costruzione del monastero benedettino dipendente dalla famosa abbazia di Fruttuaria.

Divenuto nel 1326 monastero femminile, passò nel 1602 ai frati francescani che iniziarono a diffondere la devozione alla Madonna con loro il piccolo Santuario fu ampliato con la costruzione del convento, che poté accogliere e ospitare i pellegrinaggi, sempre più numerosi a Belmonte.

Nel 1788 la Santa Sede, riconoscendo le innumerevoli grazie ottenute per sua intercessione, proclamò la Madonna “Regina di Belmonte” con la prima solenne incoronazione della statua della Madonna con il Divin Figlio.

Alla fine del 1800, il Santuario ha assunto l’aspetto attuale: bianca sagoma che si staglia nel verde intenso da cui è incorniciata e si affaccia come balcone, verso la pianura.

Il Santuario di Belmonte è tuttora uno dei simboli del Canavese e, dal 1991, su tutta l’area è istituita la Riserva Speciale del Sacro Monte di Belmonte in riferimento alle particolari caratteristiche geologiche e ambientali, per la presenza di una qualità non comune di granito di colore rosso, per il patrimonio boschivo e per la suggestione di un grandioso panorama che spazia su larga parte del territorio piemontese, cui si unisce un notevole interesse archeologico e storico. Sono state infatti rinvenute tracce di una antica cultura preistorica risalente all’età del bronzo e scavi effettuati negli anni ottanta del XX secolo hanno portato alla luce i resti di una fortificazione longobarda.

facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedinby feather
facebooktwittergoogle_pluslinkedinrssyoutubeby feather

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *