Riforme Costituzionali: e se la gattina frettolosa facesse i gattini ciechi?

Riforme Costituzionali: una corsa sfrenata che rischia la sbandata!

Si, la troppa fretta, la maggior parte delle volte, è cattiva consigliera. Nella fretta di ottenere il risultato voluto si rischia di tralasciare particolari che, in seguito, possono arrecare grossi danni. Nei cambiamenti così importanti, uno dei punti da valutare con più attenzione è cercare di prevedere con minuziosa attenzione quali saranno i risvolti e le implicazioni future delle scelte che si vogliono compiere.

immagine sul sito Accademia della Crusca http://www-old.accademiadellacrusca.it/150_anni_italia.shtml.html

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Le Riforme Costituzionali che si vogliono attuare non sono certamente di poco conto volendo eliminare o sostituire, ancora non si capisce bene, una delle due camere deputate alla rappresentanza dei cittadini nel governo del Paese.

La meta è il superamento del “bi-cameralismo perfetto” con l’abolizione o la trasformazione di una delle camere sia nella composizione, sia nelle funzioni.

Per comprendere meglio, facciamo un passo indietro. A seguito della fine della seconda guerra mondiale, il 2 giugno 1946, si è svolto in Italia il referendum istituzionale per scegliere se il nostro Paese dovesse rimanere una monarchia o diventare una repubblica e, se anche per non molti voti di differenza, la forma scelta fu quella repubblicana.

A seguito di questo risultato occorreva dotare l’Italia di un insieme organico di norme che definisse i principi fondamentali dello Stato e i diritti ed i doveri dei cittadini. Venne così istituita l’Assemblea Costituente che si insediò il 25 giugno 1946, presieduta da Giuseppe Saragat e che, come primo atto, elesse Enrico De Nicola a Capo provvisorio dello Stato.

La nostra Costituzione nasce dopo 18 mesi di duro lavoro e diventa esecutiva il 1 gennaio 1948. Come rapidamente espresso, la nostra Costituzione vede la luce dopo la dittatura del periodo fascista ed una guerra devastante ed è assolutamente comprensibile che i Costituenti avessero a cuore garantire che l’iter legislativo si potesse svolgere in un ambiente democratico e che non fosse a rischio di derive autoritaristiche,

Il bi-cameralismo perfetto, con le due camere aventi gli stessi poteri, doveva quindi garantire  la democrazia.

Attualmente, a quanto pare, questo sistema rallenta troppo il percorso legislativo e quindi occorre cambiarlo.

Le Riforme Costituzionali di cui tanto si parla in questi giorni quindi, non sono dovute solo alla volontà di ridurre la spesa dello Stato anche perché, se la ragione fosse solo questa, sarebbe stato meglio abolire la Camera dei deputati visto che sono in numero maggiore dei Senatori.

Le Riforme Costituzionali invocate, tendono a velocizzare l’iter dei lavori parlamentari per la definizione delle leggi in modo da essere più tempestivi nel rispondere alle esigenze dei cittadini.

Fin qui, nulla da obiettare perché è evidente che risolvendo prima i problemi, chiunque ne trarrà benefici.

Il punto di riflessione, semmai, sta nel metodo. Un cambiamento tanto importante avrebbe avuto forse bisogno di tempi più lunghi che aiutassero ad individuare il sistema migliore e che dessero a tutte le forze politiche presenti in Parlamento l’opportunità di esprimere la loro opinione non solo all’interno delle Commissioni Parlamentari ma anche e soprattutto ai cittadini che sono, in definitiva, quelli che subiranno le conseguenze.

Moltissime cose sono urgenti nel nostro Paese e, tra queste, il Governo, forse avrebbe dovuto avere più urgenza nel far ripartire il sistema economico bloccato dalla recessione e l’occupazione.

Per le Riforme Costituzionali e la nuova Legge Elettorale, forse, sarebbe stato meglio costituire una commissione al di fuori dagli schieramenti politici, formata da uomini saggi che aiutassero a definire regole che garantissero tutti, indipendentemente dai partiti/movimenti e dalle loro ideologie.

 

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