‘Je suis Charlie’

‘Je suis Charlie’ in tantissimi hanno pronunciato questa frase per dimostrare contro l’agguato infame di Parigi e per ribadire la volontà di rimarcare uno dei diritti più importanti: il diritto di poter esprimere liberamente le proprie opinioni.

‘Je suis Charlie’ lo dico anch’io, forte e chiaro, con la determinazione che viene dal sapere cheJe suis Charlie 250 senza libertà la vita perde di significato al punto che, perfino Dio (o come volete chiamarlo, tanto il succo non cambia) ci ha donato il libero arbitrio dandoci non solo libertà di espressione ma anche e soprattutto, libertà di scelta.

A qualsiasi cervello funzionante rimane evidente che non si può uccidere in nome di Dio poichè questo è il peccato più grande in assoluto che si possa commettere: uccidere in nome di Dio una creatura a cui lo stesso Dio ha donato la vita.

Comunque si chiami il tuo Dio, sono certa che mai direbbe di uccidere in suo nome!

Detto questo, ora che sono passati alcuni giorni dalla strage, occorre fare in modo che l’attenzione su questo tema non si dissolva nelle svariate situazioni del vivere quotidiano ed ecco perché questo articolo non è stato scritto nell’immediatezza del fatto.

‘Je suis Charlie’ tous les jours de ma vie! che equivale a dire che voglio essere libera di esprimermi in ogni giorno della mia vita e che credo che lo stesso diritto lo abbiano anche tutti gli altri.

In verità, sono convinta che la satira dovrebbe essere un po’ meno strafottente e che otterrebbe sicuramente più risultati con vignette o battute meno volgari e dotate di un umorismo più sottile ma questo è e rimane un pensiero molto personale che deriva dal mio personalissimo senso del rispetto dell’altro.

Je suis Charlie 700

Non facciamoci illusioni, la libertà di espressione, checché se ne dica, non è un diritto raggiunto neppure nella tanto civilizzata Europa. Provate a pensare a quante volte avete dovuto rinunciare ad esprimere il vostro pensiero nella vostra vita di tutti i giorni e vi renderete conto di quanto siamo ancora tutti soggiogati dalla mentalità comune e da quello che ci spacciano per ‘buon senso’. Esistono pensieri che per quanto abbiano una loro dignità ed un loro senso di esistere sarebbe meglio non esprimere per non mettersi contro ‘qualcuno’.

La parola chiave è proprio quel ‘contro’ in quanto denota l’impossibilità di esprimersi, nella maggior parte delle relazioni, in un ambito di condivisione di ciò che si pensa e di come si è.

Vorrei dire questa cosa ma non la dico perché va ‘contro’ il pensiero della maggioranza delle persone, vorrei dire che questa cosa non mi sta bene ma non posso farlo perché rischio l’esclusione, vorrei dire che non sono d’accordo su quanto dici ma non lo faccio perché, in fondo, anche se non la penso come te, non ho voglia di discussioni infinite. Si potrebbe continuare per molto, molto tempo ma il fatto rimane che è difficile potersi esprimere senza incorrere in qualche guaio. Persino nei rapporti d’amore è così, non si dice piuttosto che confrontarsi e trovare mediazioni e, così facendo, si impoveriscono talmente i rapporti da condannarli ad una fine certa e  prematura.

Per poter dire ciò che si pensa realmente, occorre aver raggiunto in sé un grande equilibrioJe suis Charlie 640 che permetta di rimanere in piedi a fronte di tutti gli attacchi che arrivano solo per aver espresso il proprio pensiero.

I ‘nati per sorridere’ sanno che non ci può essere il sorriso su bocche chiuse perché per sorridere occorre schiudere le labbra. La serenità che sta dietro al sorriso viene anche dal potersi esprimere liberamente senza temere ciò che gli altri possono pensare dei nostri punti di vista.

‘Je suis Charlie’ tous les jours de ma vie! perché continuerò a difendere la mia possibilità di confrontarmi con l’altro senza andargli contro creando guerre che, come tutte le guerre, possono arrecare solo danni. Occorre ricordare che in guerra non esistono vincitori e vinti ma ci sono solo persone che hanno rinunciato al loro diritto di essere ‘nati per sorridere’.

 

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3 Comments

on “‘Je suis Charlie’
3 Comments on “‘Je suis Charlie’
  1. E’ per questo motivo che i grandi saggi non parlano ma sorridono…. di fronte a tutto . tuttavia è importante anche esprimersi ma consapevoli che sulla terra esistono infiniti livelli di consapevolezza diversi e che le nostre parole saranno comprese solo da coloro che si trovano sul nostro stesso pianerottolo della scala evolutiva oppure da coloro che sono al di sopra mentre tutti gli altri si muoveranno contro. Non c’è nulla da fare … è una legge di natura, tanto vale accettarla e nello stesso tempo … essere prudenti … inoltre se ci ricordiamo che un antico detto recita ” come pensi così accade” occorre fare attenzione alle immagini mentali che creiamo…. esse prima o poi si materializzano sul piano fisico.

  2. …. prima di parlare o di scrivere occorrerebbe chiedersi : “E’ vero ? è utile?, è gentile?” (H. Klemp)… solo dopo aver risposto in modo affermativo a queste tre domande il nostro dire non nuoce né a noi stessi né agli altri ….

  3. Concordo pienamente con l’articolo, però devo far osservare che è lo scritto di una persona che ha un substrato cristiano. Quelli dell’Isis ed i loro simpatizzanti non possono capire le parole “A qualsiasi cervello funzionante rimane evidente che non si può uccidere in nome di Dio poiché questo è il peccato più grande in assoluto che si possa commettere: uccidere in nome di Dio una creatura a cui lo stesso Dio ha donato la vita. Comunque si chiami il tuo Dio, sono certa che mai direbbe di uccidere in suo nome!”. Non le possono capire perché il loro Dio dice proprio di uccidere!
    E’ inutile dichiarare “una bestemmia” uccidere: per loro i bestemmiatori siamo noi! E loro, non sono pazzi: credono in qualcosa di diverso da noi e le loro azioni sono condannabili non in nome della libertà d’espressione, ma in nome del RISPETTO DELLA PERSONA UMANA, concetto laico e CIVILE.
    L’ Europeo non ateo ha un concetto di Dio derivato dal cristianesimo, che gli piaccia o no; il loro, è tutt’altra cosa. E chi si professa ateo grida “je suis Charlie” semplicemente per proclamare il suo diritto a continuare a sbeffeggiare le religioni e qualsivoglia dio.
    Il concetto di fratellanza universale è cristiano e mi è sembrato inopportuno citare Voltaire come il punto più alto della civiltà (purtroppo non ricordo dove ho letto la citazione, posta sotto il titolo “je suis Charlie”). Voltaire era un grande pensatore e ha avuto molti meriti, ma il suo spirito era libertino. Diceva che avrebbe dato la vita perché uno potesse esprimere la propria opinione, ma di fatto uccideva teorie, concetti, credenze e persone con la penna…
    Io non mi sento di dire “Je suis Charlie” perché non condivido lo spirito del giornale; posso dire “Vive Charlie” manifestando così la mia solidarietà senza fingere di identificarmi in una mentalità anarchico-goliardica.

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