Il tocco dell’ artigiano a Castellamonte

‘ Alla ricerca della Felicita ‘ – 18 settembre a Castellamonte

 Il tocco dell’ artigiano

Quando le mani esprimono le capacità e l’estro umano

Domenica 18 settembre, dalle 15,30 Beniamino continuerà il suo viaggio ‘ Alla ricerca della Felicita ‘ a Castellamonte, dove potrà cogliere appieno l’intrinseco ed inestimabile valore insito nei lavori degli artigiani che hanno la grande capacità di esprimere artisticamente i loro talenti.

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In un mondo in cui la velocità di produzione e la volontà di proporre oggetti che non si differenzino più gli uni dagli altri con produzioni industriali che corrispondano alla richiesta di una ‘globalizzazione’ che nega l’espressione e l’unicità di ogni singolo luogo, diviene sempre più importante salvaguardare i manufatti artigianali che soli possono dare espressione della storia, delle tradizioni, della cultura del bello e delle specificità del posto in cui nascono.

Dalle parole di Davide Motto, direttore artistico dell’evento, il programma dell’evento:

“Come non passare dall’antica Castellamonte e le sue ceramiche famose in tutto il mondo? Una tappa obbligata che porterà Beniamino a conoscere una delle eccellenze dell’artigianato canavesano. In una domenica che vedrà il paese colorarsi di mercatini ad ornare le vie storiche e gli antichi palazzi che ancora recano traccia di un glorioso passato e di quel Costantino Nigra che tanto li amò”.

L’evento in programma a Castellamonte, quindi, è un momento di gioia e di festa, in cui poter conoscere, comprendere e ammirare manufatti che derivano da una lunga tradizione che trae origine con l’inizio della civilizzazione dell’uomo.

Ma perché proprio a Castellamonte? La risposta è molto semplice: perché nel suo territorio è presente in grande quantità un’ottima argilla che è il materiale primo per la realizzazione della ceramica.

Le fasi di lavorazione sono molte, laboriose e delicate; per realizzare un oggetto come, ad esempio, un vaso o una delle famose ‘pignatte’, occorre innanzi tutto dare la forma desiderata alla pasta scegliendo tra i sistemi di foggiatura quello più indicato. Dopo aver dato la forma, occorre procedere con la rifinitura atta a togliere eventuali imperfezioni e ad applicare le parti che si sono foggiate a parte. Occorre poi procedere con l’essiccamento che dev’essere fatto nel modo e nei tempi corretti perché, se così non è, l’oggetto creato corre il serio pericolo di rompersi o comunque danneggiarsi nella fase successiva che è la biscottatura che consiste in una prima cottura del manufatto. A questa fase, segue la smaltatura per rendere l’oggetto impermeabile e poi si procede con la seconda cottura.

La ceramica di Castellamonte non si limita sicuramente solo a vasi, pentole ed oggetti di uso comune ma si afferma anche in molti settori come quello dell’edilizia andando a fornire molteplici varianti di decorazioni esterne com’è ben visibile, per esempio, sulla facciata ottocentesca di Palazzo Chiantaretto su cui, a rievocare un medio evo in chiave simbolica e sognante, romantica e quasi magica, si possono ammirare molti decori nati dalle operose mani e dall’estro di ceramisti esperti.

Punta di diamante dell’odierna produzione le stufe artistiche di Castellamonte che non solo danno  lustro a livello internazionale a questa piccola parte di Canavese ma forniscono anche una valida alternativa all’uso di altri sistemi di riscaldamento che, data l’attuale crisi di denaro e di risorse, sono divenuti troppo dispendiosi.

Peculiarità da non sottovalutare, la capacità della stufa di Castellamonte di scaldare velocemente grandi ambienti  a basso costo come dimostrato nei fatti dal largo uso che nel 1800, se ne faceva in edifici pubblici, stazioni, case signorili, ecc. ed è proprio in questo secolo che le stufe di Castellamonte iniziano ad essere impreziosite da decorazioni smaltate che, con il passare del tempo, le hanno rese, oltre che utili, anche ottimi complementi d’arredo.

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Ed ancora non è tutto perché grazie a tali decorazioni, nate dall’estro e dalle grandi capacità dei ceramisti, le stufe di Castellamonte oggi possono vantare l’appellativo di ‘artistiche’ divenendo oggetti che, oltre a scaldare materialmente l’uomo ed i suoi ambienti, con la loro visione scaldano, se così si può dire, anche lo spirito ed andando ad arricchire l’offerta di quel ‘Made in Italy’ tanto apprezzato in tutto il mondo.

Tutta questa storia e questa tradizione non può certo andare perduta e deve averla pensata così anche il Consiglio Comunale, in una seduta del 14 marzo 1920, in cui decise che il lascito dell’industriale Felice Faccio sarebbe stato impiegato per creare una scuola professionale per formare i giovani artigiani-artisti.

E’ passato molto tempo da allora e, inevitabilmente, La Regia scuola d’Arte di Castellamonte è molto cambiata andando al passo con il cambiare dei tempi ma continua la sua meritoria opera come Liceo artistico del design, dell’architettura e ambiente e della grafica.

Il nostro Beniamino rimarrà sicuramente molto impressionato dal conoscere ed apprezzare la grandi e molteplici qualità che occorre avere per poter dire di essere un artigiano e, finita la visita, chiunque dei presenti potrà effettivamente comprendere come anche ‘Il tocco dell’ artigiano ’ sia una via ‘Alla ricerca della Felicita’.

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