Attenti alle parole! un aggettivo inappropriato falsa la realtà.

Attenti alle parole! Quando parliamo usiamo termini cui diamo una nostra interpretazione ma siamo certi che sia la parola giusta? Qualche tempo fa l’esibizione di un cantante in un talent è stata lodata con l’aggettivo ”satanico”.

Ai miei occhi il satanismo stava all’esuberante ragazzone come la violenza a Bud Spencer, per cui ho arguito che per il giudice-coach dagli occhiscintillanti di soddisfazione “satanico” fosse sinonimo di “energico” ed “energetico”.

concerto rockIl ragazzo aveva dimostrato di possedere l’energia del rocchettaro, d’accordo, ma perché non utilizzare l’aggettivo appropriato?

Forse perché non sarebbe stato sufficientemente evocativo e quindi potente. “Energico” fa venire in mente soltanto una massaia che spazza con foga, ed “energetico” evoca un tubetto di integratore dietetico di moda.

Con l’aggettivo “satanico”, invece, il coach ha attaccato al ragazzo tutta una serie di associazioni: in primis i concerti rock “con fumo e raggi laser” come dice Battiato, Marilyn Manson e la sua maschera, poi teschi, pipistrelli, caproni e tutti gli orpelli del satanismo, le feste di Halloween, i vampiri, il genere gotico… tutte promesse di soddisfacimento, attraverso l’esibizione musicale, di un desiderio-bisogno di sfogare la vitalità repressa dalla routine quotidiana e dalle regole imposte dalla famiglia e dalla società. A pensarci bene l’aggettivo più appropriato sarebbe “dionisiaco”.

Dionisiache sono le musiche che esprimono l’energia vitale, le musiche orgiastiche dei greci e dei latini. Un bell’esempio di musica dionisiaca è, a mio parere, “Smells Like Teen Spirit“ dei Nirvana. La sua potenza sconquassante dev’essere decuplicata se ci si “entra dentro” essendo a contatto aura-con aura con chi la esegue o, meglio ancora, se si contribuisce ad eseguirla. Penso si capirebbe cosa significhi essere posseduti dal “dàimon” greco. Se si osserva bene il video l’esibizione assomiglia ad un rituale arcaico in cui Kurt Cobain è il sacerdote al centro della sala, circondato da musicisti, ballerine-majorettes e candele, unici ornamenti di una celebrazione spoglia ma non meno efficace.

La musica è un veicolo di emozioni e il contenuto razionale (il testo) può essere ignorato o travisato fino a cadere nell’opposto, perché principalmente è recepito il contenuto emotivo: prima sente la pelle, poi la mente interpreta le parole. Ma se la pelle si accappona di paura, a nulla valgono le parole rassicuranti del testo.

Un esempio è la musica di Verdi. Anche se il Trovatore è un’opera truculenta, personalmente la sua musica mi riempie di energia e mi rallegra; più si parla di morte e più mi sento viva. “Di quella pira” smuoverebbe l’animo anche se il richiamo alle armi fosse sostituito dall’elenco telefonico. Per converso, ci sono musiche che non smuovono un pelo qualunque testo tu ci metta sopra. Musiche potenti sono quelle a struttura “orgasmica”, ossia strutturate con un crescendo, un culmine, una discesa (eventualmente ripetuti) e una chiusura risolutiva, molto importante perché serve a dissipare l’energia residua. Il classico esempio, caro alla cultura di sinistra anni Settanta, sarebbe il Bolero di Ravel. Per quanto ritenuto la rappresentazione di un orgasmo ed utilizzato spesso come sottofondo in camera da letto, a mio vedere la sua struttura elicoidale (lo stesso motivo ripetuto ossessivamente in un crescendo di strumenti coinvolti e quindi in un crescendo principalmente di volume), assomiglia di più al restringersi progressivo della morsa di uno stivaletto malese, e la cessazione totale della musica provoca sollievo più che piacere. Che la concezione del sesso di Ravel fosse un po’ sadomaso? Indubbiamente è la componente erotica che, in altri tempi, ha indotto la Chiesa a bollare come “opera del demonio” certe musiche. La pulsione erotica, costituendo gran parte della pulsione vitale, se non controllata adeguatamente è origine di comportamenti socialmente pericolosi. Chi non la controlla è “posseduto” da essa, è “captivus diaboli”.

Secondo questo modo di vedere, tutta la musica che appare non strutturata secondo canoni armonici definiti positivi è considerata maligna. Il che non è del tutto falso, in quanto la musica, agendo sul corpo eterico, può guarire o danneggiare, come qualunque cosa in questo mondo della dualità.

Con l’Illuminismo è iniziato il processo inverso: riconosciuti i crimini dell’Inquisizione, i canoni estetici e morali imperanti sono stati messi in discussione; col Romanticismo è iniziato il sovvertimento: non più l’armonia dei rapporti pitagorici ma la dissonanza, il contrasto; ai giorni nostri addirittura è apprezzata la casualità (mi viene in mente Jackson Pollock, anche se nel suo caso si tratta di pseudo-casualità).

È così che l’aggettivo “satanico” per taluni è diventato un complimento: perchédiabolico 400x definisce ciò che va contro la rigidità morale di una Chiesa ormai passata ma percepita ancora viva e minacciosa, contro l’imbrigliamento in canoni estetici stabiliti e che magari richiedono anche impegno e sforzo intellettivo. La paura della Chiesa inquisitoria fa orientare verso il suo opposto, il satanismo, senza ben sapere di cosa si tratti in realtà. In genere tale orientamento è puramente estetico e giovanilistico con componenti volte ad esorcizzare alcune paure.

Addobbarsi con monili a forma di teschi e circondarsi di immagini cupe e sanguinolente è un modo di scacciare la paura della morte e del male. Il fatto è che la fuga da un padrone di solito fa cadere nelle grinfie d’un altro peggiore: libertà non è seguire le proprie pulsioni avendo garantita l’impunità, bensì riconoscerle e saperle controllare; non è fuggire un canone estetico per ricadere nel suo opposto, parimenti strutturato e regolato; fare il contrario di chi si teme o si disprezza non è originalità, è omologazione opposta.

Il pericolo dell’uso inappropriato dei termini, frequentissimo ai nostri giorni, è quello di travisare alcune realtà negative e renderle appetibili a chi ha poco discernimento.

Il satanismo vero non è fatto soltanto di rappresentazione di scheletri, croci rovesciate, occhi pesti, unghie nere e cappelli da strega. È fatto di profanazione di tombe, uccisione di creature innocenti, rituali in cui si smuovono energie negative. Non è solo rappresentazione, purtroppo è azione malefica. D’ ora in poi, quindi, attenti alle parole!

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